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Bulgaria, Macedonia, Albania, Kosovo

Minoranze etniche: Arbërëshe, Pomacchi

Albania

L'Albania ospita solo una parte dell'etnia albanese che si estende in quasi tutto il Kosovo, in Macedonia (lungo le regioni di confine), in Grecia (Thesprotia) e in Montenegro. Sono presenti due dialetti preminenti il Toskë e il Gegë, che sono espressione di culture abbastanza diverse e che si riscontrano nella musica e nella danza popolare. Il Toskë è parlato al sud ed è la lingua ufficiale del Paese, mentre il Gegë è il dialetto del nord e del Kosovo. In generale si sente nelle loro musiche tradizionali l'influenza Ottomana, anche se l'attaccamento al proprio territorio ha fatto sì che le proprie musiche, danze e canzoni fossero tramandate oralmente da padre a figlio  attraverso i secoli, nonostante la lunga occupazione Ottomana. Quelle delle aree del nord sono prevalentemente dure con toni "eroici" ed "epici", mentre quelle del Toskë sono dolci, amorose o ninna nanne, usate nelle feste di matrimonio e nei momenti di gioia. 

K O S O V O

Kolonje

Kavadarci

Sllovë​

Konispol

Borovo

Skudrinje

Dardhas

V. del Vardar

Krsteno

Severnyak

Dospat

Kardzhali

Pazardzik

Kula

Goce Delcev

Elbasan

Karadak

Pllanes

Albania

Senokos

Le danze proposte da La Prilla 

Ani Mori Nuse, Cobankat dalla zona di Korça (Coriza), Moj Maro, Moj Marine dal distretto di Kolonje, Valle Dardhare dalla zona di Dardhas, Valle Pogonishte dalla zona di Konispol, Valle ShqiptareVallja e Nuseve e Sllovë della zona di Sllovë​, Valle Toskerishte delle regioni meridionali, Chajzibede di Rom Albanesi

Albania danze

 

Albanesi in Italia (Arbëreshë)

Storicamente gli albanesi furono un popolo guerriero e di mercenari; oltre che nell'odierna Albania e Montenegro, esistevano loro comunità nella Grecia settentrionale e nei Balcani. Nel XV secolo, si opposero validamente agli Ottomani, bloccandone a lungo l'espansione verso nord. Il loro capo militare era Scanderbeg, divenuto eroe nazionale, a cui chiese aiuto Alfonso di Aragona per combattere contro l'esercito franco-italiano nella lotta di successione del Regno di Napoli. Scanderbeg accettò in cambio di alcune terre in Puglia, dove si stanziarono alcune guarnigioni albanesi. Successivamente, sotto l'incalzare degli Ottomani ed a seguito della morte di Scanderberg, un consistente numero di albanesi cercarono rifugio in Puglia e nelle zone limitrofe. Queste migrazioni durarono fino al XVIII secolo dando origine a comunità in molte zone del Regno di Napoli e Sicilia, dove ricevettero terre dai regnanti di turno, e nella Repubblica di Venezia. 

"Per mezzo millennio l'elemento di coesione del gruppo degli esuli albanesi d'Italia è stata la fede cristiana secondo la tradizione orientale di rito bizantino. Questa è tuttora uno dei tratti caratterizzanti dell'etnia, insieme alla lingua e ai costumi, sia rispetto alla restante popolazione italiana sia rispetto agli albanesi rimasti in patria convertiti con l'obbligo all'Islam, e la disponibilità a rinunciare a tale peculiarità ha rappresentato l'elemento che ha permesso loro di non essere assimilati dall'ambiente italiano circostante. ... Oggi, alla luce degli avvenimenti storici, la continuità secolare della presenza albanese in Italia riveste un aspetto di eccezionalità nella storia dei popoli. Dal 2017, con la sottoiscrizione della Repubblica d'Albania e del Kosovo, è stata presentata richiesta ufficiale di iscrizione della popolazione arbëreshe nella Lista UNESCO come patrimono vivente immateriale e sociale dell'umanità" (da Wikipedia)

Danze proposte da La Prilla: Ec Ec

Arbereshe

Kosovo

 

Il Kosovo era una regione della Yugoslavia, abitata quasi esclusivamente da Albanesi. Con il disfacimento della federazione e dopo una guerra con la Serbia, il Kosovo si è proclamato Stato indipendente, con il riconoscimento della maggioranza degli Stati membri dell'ONU. Oggi gli Albanesi sono circa il 92%, i Serbi sono il 5%, ci sono poi Bosniaci, Rom e Gorani (popolazione al confine meridionale con la Macedonia che parla un dialetto di origine bulgara). Le danze popolari del Kosovo sono simili a quelle albanesi, ma con elementi della cultura slava (Nel repertorio La Prilla: Kacamak, Vajta n'Elbasan, Vallja e Nuseve te Karadakut, Valle e Lehte, Valle e Luleve)

Kosovo

Macedonia

L'antica Macedonia è rimasta per 500 anni sotto il dominio turco, poi a fine 1800 è divenuta una regione della Bulgaria. Nel 1912, dopo la guerra dei Balcani, la porzione maggiore del territorio fu assegnata alla Grecia, una piccolissima parte rimase alla Bulgaria mentre il resto fu annesso alla Serbia, seguendone poi la sorte (Regno di Jugoslavia e poi Repubblica Jugoslava). Nel 1991 la Repubblica di Macedonia è uscita dalla federazione jugoslava divenendo repubblica indipendente.  Attualmente predominano due etnie: i Macedoni, che parlano una lingua slava meridionale e costituiscono il 65% della popolazione, e gli Albanesi, che rappresentano il 25% degli abitanti. Comunità minori sono Bulgari, Turchi, Serbi e Rom macedoni (Di questi ultimi La Prilla ha proposto: Phiravelman kaly phuv, Romelaj, Za Gjigjile, Zensko Za Raka). La danza popolare è molto sentita ed utilizzata come veicolo per ricostruire una cultura nazionale multi etnica. Le danze proposte da La Prilla sono: Berovka della zona di Borovo, Bum Bum Boje della Macedonia orientale, Ivanica della zona di Kavadarci, Koce Berberot, Kumanovsko Oro della zona di Kumanovo, Lesnoto, ‪Makedonsko devojče, Moma Odi Za Voda, Odeno Oro, Rum Dum DumSkudrinka della zona di Skudrinje, Svekrvino dalla valle del Vardar (detta anche  Staro Zensko nella zona di Krsteno), Usti Baba

Macedonia
Bulgaria

Bulgaria

Il primo Stato bulgaro risale all'alto Medioevo, ma poi la zona passò sotto il dominio turco per circa 5 secoli. Ritornò stato indipendente nel 1908. La popolazione è per l'85% di etnia bulgara, ma sono consistenti anche i turchi (9 %) e i Rom (5 %).

Dal punto di vista musicale e degli stili delle danze, sono significative le differenze tra varie aree regionali della Bulgaria:

in Dobrugia, è significativa l'influenza dei vicini rumeni; "si danza sempre con le ginocchia piegate e il petto in fuori, così tutti sembrano bassi e ben piantati e in posizione scomoda. Come la vita è difficile per il contadino che deve lottare con la natura per sopravvivere, così la sua danza ha forti movimenti verso il basso, a significare la sua lotta con la terra. Si danza usando tutto il corpo. Le mani si tengono incrociate davanti, agganciate alla cintura del vicino, o a W o sui fianchi, con il palmo della mano rivolto verso il retro. Uomini e donne ballano insieme, ma ci sono danze particolari per soli uomini e sole donne. I movimenti delle donne sono più semplici e leggeri, con lievi colpi di spalla" (*)

Le danze di questa regione proposte da La Prilla sono: Dobrudzanski BuenekDrjanovska Racenica dalla zona di Severnyak, Koljovo Horo , OpasSitna ZborenkaStâpil Dobri oltre a Brestaska Racenika dell'etnia Oghuz nella zona di Brestak, verso il confine nord-orientale

Dobrugia

in Trakija detta anche Tracia settentrionale in quanto costituisce la parte più a nord dell'ampia regione della Tracia, che comprende anche una zona della Grecia e tutta la Turchia europea, "lo stile della danza è forse quello che inganna di più i ballerini occidentali. Danze che sembrano relativamente facili da imparare, ma che richiedono molta pratica per ballarle con i movimenti fluenti e aggraziati usati dalle donne e dagli uomini della zona. La cosa più importante nello stile delle danze della Tracia è quello di ballarle con le ginocchia rilassate e il peso del corpo che cade al centro dei piedi. Le mani sono tenute a W o in basso con leggeri dondolamenti delle braccia" (*). La Prilla ha proposto: Buenek, Čukurovski bučimiš, Dobri Ljo, Doydi doydi libe le  da Velingrad (Pazardzik), Elenska Racenika, Isu Bjala Nedo, Krivata della zona di Pazardzik, Krivata Racenitsa, Sitno Zensko HoroZenski Capraz

A nord della Trakija si estenda da est ad ovest la regione dei Monti Balcani, dominata dal Monte Botev ai piedi del quale si trova il piccolo villaggio di Voinishka da cui proviene la danza Voiniškata, proposta da La Prilla

nel Nord, "le danze sono prevalentemente per uomini e donne insieme, Sono ballate con portamento eretto col peso sulle dita dei piedi, in modo da permettere al danzatore di muovere le gambe velocemente alzando bene le ginocchia; sono passi simili a quelli che si usano nel sud della Romania. Le braccia possono essere tenute verso il basso, oscillanti avanti ed indietro, o portate a W, con le spalle che vanno su e giù, e le braccia fanno piccoli movimenti circolari oppure sono tenute sui fianchi, con i pollici rivolti all'indietro." (*). Danze de La Prilla: Momino Horo della zona di Lom.

nel Pirin, parte bulgara della Macedonia, che si estende anche in Grecia e Serbia, le danze "hanno legami più stretti con quelli macedoni serbe e greche che con quelle del resto della Bulgaria. Uomini e donne di solito ballano separatamente e quando prendono parte ad una stessa danza si forma una fila di uomini seguita da una di donne con l'ultimo uomo e la prima donna uniti tenendo i capi opposti di un fazzoletto. Ci sono molti balli in 7/8 e spesso le danze iniziano lentamente e aumentano poi la velocità. I balli degli uomini hanno spesso balance, alzate di ginocchi e presa alla spalla. Il modo di ballare delle donne è leggiadro e leggero, le mani sono tenute a V o in incrocio asimmetrico in avanti (la mano sinistra tiene la mano destra di chi precede, e la mano destra tiene la sinistra di chi segue). In certe danze le braccia si muovono su e giù a tempo di musica" (*)

Le danze proposte da La Prilla sono: Ako Umram II Zaginam, Dospatsko Horo, Dzangurica (zona di  Dzangura, versione bulgara della macedone Skudrinka), Karamfil, Kavrak Eleno, Lazarsko Horo, Liliano Mome, Mitro Mitro, Oj Devoice, Trŭgnala Rumjana, U Naseto Selo, inoltre della zona di Blagoevgrad sempre nel Pirin le danze Bavno horo, Kapetan Vojvoda, Zensko Svatbarsko.

(*) Le parti virgolettate sono dovute a Raileanu Iurie

Altre danze proposte da La Prilla, con luogo d'origine non individuato o di diffusione generalizzata, sono: Idam Ne Idam, Karai Maiko, Mjatalo Lence jabalka, Ogneno Horo, Oj Dimitro Le, Ojsata, Sobrali Se Site Momi Na Sedenka, Zensko Kapansko

Tracia
Pirin

Minoranze in Bulgaria

Una piccola minoranza di Valacchi vive nella zona di Vidin all'estremo confine orientale con la Romania e la Serbia (v. danza Kulsko Horo della zona di Kula), una comunità di Valacchi Ungureni si è stabilita sui monti Homoljske Planina, in Serbia (v. danza Vlasko Horo).

Rom

La Prilla ha proposto Le retour des grues coreografata utilizzando passi tipici dei Rom in Bulgaria e la danza Zek Zek Dadumle, del coreografo Steve Kotansky, su passi tradizionali bulgari e musica di Rom dei Balcani rivisitata in chiave moderna

Pomacchi o Pomak

Costituiscono una popolazione di circa 500.000 persone, parlano il bulgaro ma sono di religione islamica; abitano nei villaggi dei Monti Rodopi con proprie tradizioni e specifiche caratteristiche culturali. Le danze di queste zone, proposte da La Prilla sono: Cukanoto, Gajdine Svirjat, Hajde Kalino, Mari Marijko, Minka, Pustono Ludo I Mlado, Svornato Horo e Sabrali sa se Sabrali. Di Pomacchi della zona di Kardzali sono state proposte: Dvasti Tristi, Vecheraj Sino. Altre comunità di Pomacchi vivono nella Tracia Greca (circa 100.000 individui) e in Turchia (300.000); i legami di queste comunità con quelle dei Rodopi sono molto forti. 

Pomacchi

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